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Emozioni e Adolescenza: come supportare la regolazione emotiva nei ragazzi?





Oggi voglio parlare di un tema delicato e attuale: gli adolescenti e le difficoltà nel supportarli nella loro regolazione emotiva.


L'adolescenza è una fase della vita caratterizzata da molti cambiamenti individuali, in cui il confronto con i pari e la possibilità di esplorare l'esterno sono alla base per la costruzione di sè.


In questo periodo, i ragazzi stanno affrontando una situazione in cui le interazioni tra pari sono limitate ai social (scuola inclusa) e l'esplorazione completamente inibita.


A causa della pandemia mondiale, stiamo assistendo ad un aumento di ragazzi e famiglie in grande difficoltà emotiva e una diminuzione delle richieste di aiuto, in parte perchè i servizi hanno diminuito le prestazioni, ma soprattuto per una difficoltà (pratica ed emotiva) a chiedere un aiuto psicologico.


I genitori spesso si trovano in difficoltà, in quanto questo periodo è caratterizzato da forti sbalzi di umore, difficoltà a manifestare le proprie emozioni, conflitti familiari, difficoltà scolastiche e a volte anche comportamenti a rischio a cui ultimamente si sono aggiunti comportamenti a rischio sui social e su internet.


Spesso i genitori,preoccupati, mi chiedono una soluzione per "contenere" i loro figli per "controllarli" e per "gestirli", ma siamo proprio sicuri che la soluzione sia il "controllo"?


La parola controllo non mi è mai piaciuta, implica qualcosa di coercitivo e unidirezionale, di limitante e aggressivo.


Mi piace di più monitoraggio. Ma monitoraggio di cosa?


Un genitore che riesce a monitorare gli stati emotivi e affettivi dei propri figli, riduce notevolmente i rischi legati a questa fase di sviluppo.


Si, ma come?


Ovviamente non è così semplice, e sopratutto ogni famiglia possiede una sua storia che andrebbe vista singolarmente in quando non vi sono indicazioni universali; tuttavia i genitori possono iniziare a modificare il loro stile relazionale per vedere se le difficoltà del ragazzo/a sia data da una fragilità familiare.


Intanto ricordatevi come stavate voi da adolescenti e mettetevi nei loro panni.

Ricordatevi le litigate con i vostri genitori e cosa vi dava fastidio e invece cosa vi faceva piacere.

Spesso è utile ricordare (laddove ci sia stata una famiglia sana e supportiva) come avevano affrontato i vostri genitori una certa situazione.

Si, ma se non è stato così? se non ho avuto una famiglia presente? oppure se ero un adolescente che non si ribellava? Ecco questo è uno di quei casi in cui è utile chiedere un aiuto ad una figura esterna che possa farci comprendere meglio la situazione.


Un'altra cosa importante con i ragazzi è cercare di conoscerli senza giudicarli ed invadere i loro spazi.

Come? chiedetegli che serie tv guardano e magari guardatene qualcuna insieme, ascoltate insieme la musica che gli piace, raccontate delle vostre avventure di gioventù in modo da avvicinarvi al loro mondo e fargli capire che siete voi a voler condividere con loro un pezzo del vostro mondo.


Non mettetevi mai in simmetria. Si sente spesso questa frase, ma cosa significa?

Vi faccio un esemprio pratico così è più semplice da capire: Mario è un ragazzo di 16 anni che è in conflitto con i genitori, spesso risponde in modo sintetico alle loro domande e si chiude in camera in silenzi assordanti.

I genitori non sanno più come fare e così decidono di adottare anche loro il silenzio finchè non sarà lui a parlare. E così che inizia un circolo vizioso in cui i genitori sono offesi e arrabbiati perchè Mario non parla e Mario si sente ferito dall'atteggiamento dei genitori e inizia a rispondere male e ad avere comportamenti oppositivi, convinto che a loro non importi nulla di lui. Allora i genitori decidono di metterlo in punizione e non farlo uscire per una settimana di casa. Conseguenza?

Mario non potrà esprimere le sue emozioni neanche nei luoghi in cui si sentiva capito (con gli amici) e il circolo vizioso verrà incrementato, portando ad un conflitto familiare aperto.

Quante volte vi è capitato di sentire storie simili?

Come affrontare diversamente la situazione?

Invece che non rivolgere più la parola a Mario, i genitori potrebbero cercare di chiedergli come sta e dirgli che se ha voglia di parlare loro ci sono, hanno notato che ultimamente è più triste del solito e sono preoccupati e vorrebbero solo aiutarlo.

Mario magari non risponderà e andrà nuovamente in camera sua, ma state certi che quelle parole gli sono arrivate, sopratutto se sinceramente sentite.

I genitori così non metteranno in punizione Mario e lui avrà la possibilità di sfogarsi con gli amici che gli faranno vedere la situazione da un altro punto di vista e lui si sentirà sollevato.

Tornato a casa Mario sarà sempre irrequieto, ma decide di non chiudersi in camera sua, ma di guardare un film in salone, anche se in silenzio, avrà fatto un passo verso la famiglia.

Arriviamo al punto dopo.

Osservate i vostri figli, notate i piccoli cambiamenti e siatene felici, perchè non è possibile ottenere un cambiamento radicale in poco tempo, ma tutto necessita di fatica e pazienza e se imparerete ad osservare piccoli gesti quotidiani, riuscirete anche voi a leggere le situaizoni in modo diverso e ad uscire da un circolo di negatività che sta attraversando la vostra famiglia.


Ci sono situazioni in cui tuttavia è necessario intraprendere un percorso che coinvolga in primis la famiglia e poi ovviamente il ragazzo/a per permettere a tutti di ritrovare la serenità.


Mi piace pensare all'adolescenza come ad un viaggio tortuoso e pieno di insidie, ogni ostacolo superato porta al raggiungimento di una nuova meta, a volte ci si perde, a volte ci si ferma, ma al termine del viaggio i ragazzi saranno cambiati, saranno diventati uomini e donne pronti per affrontare il mondo e pronti per tornare dai loro genitori.


Silvia Mauro psicologa Psicoterapeuta


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